Smartphone del Futuro: Cosa ci Aspetta? (1/2)

di Samuele

Smartphone del futuro, ecco cosa ci aspettaDopo aver curiosato nella storia degli smartphone la curiosità si è fatta impellente: cosa ci riserverà il futuro? Fare previsioni è compito ingrato e spesso foriero di errori, anche madornali. E’ però pur vero che alcune tendenze si manifestano anni prima del loro pieno sviluppo, e ne è un esempio il caso dei primi telefoni touchscreen. Quindi, approfittando anche dell’estate, io vi propongo un gioco: proviamo a indovinare come saranno gli smartphone del futuro. Vi avviso, però, in questo articolo non vi parlerò degli esempi più bizzarri, o al limite con la fantascienza. No, oggi resteremo nel regno del possibile.

Realtà Aumentata

Immagine di uno smartphone che usa la realtà aumentata

Perché nel regno del possibile e non in quello del futuribile? Perché il gioco è proprio questo, partendo dalle caratteristiche dei telefoni ora in commercio tentiamo di indovinare come sarà lo smartphone del futuro. Nella seconda parte di questo articolo, invece, lascerò libera la mia immaginazione e vi mostrerò i concept più futuristici, i prototipi che mi piacerebbe davvero provare, prima poi. Ma per il momento restiamo con i piedi ben saldi per terra.

Che poi a osservarci bene attorno ci sono già adesso alcune cose da fantascienza, e la realtà aumentata è tra queste. Cos’è l’Augmented Reality (da ora in poi AR)? Bé, è l’insieme delle tecnologie che permettono di vedere dietro la realtà aumentando le informazioni a nostra disposizione. O, per dirla in parole semplici, immaginate di camminare per strada in un’altra città e vedete un monumento che non conoscete e siete rosi dalla curiosità. Per risolvere la situazione potete chiedere a un passante (che poi è la mia soluzione preferita, ma questo è un discorso diverso), utilizzare una guida turistica o prendere in mano il telefono e inquadrare, con la fotocamera, l’opera sconosciuta. In questo modo sul display leggeremo le informazioni che ci servono, e magari ascolteremo anche una spiegazione tramite gli auricolari. Questo vale per l’arte ma non solo: possiamo utilizzare uno smartphone per conoscere i prezzi di un prodotto semplicemente inquadrandolo, sapere gli orari della 95 (che tanto a Milano non passa mai, e forse in questo caso è inutile chiedere), che offerte ci sono in un negozio.

Perché parlo al presente? Perché già adesso la parte tecnica è di fatto integrata in tutti i moderni smartphone: fotocamera, schermo, GPS. Non serve nient’altro, solo qualcuno che riesca a sviluppare pienamente le applicazioni e i servizi. Google, e non solo, si sta muovendo in quella direzione, penso non manchi molto all’anno della Reatà Aumentata.

Schermi flessibili

Immagine di uno smartphone con lo schermo flessibile

Al momento schermi veramente flessibili non ce ne sono. Però già qualche tablet può essere piegato, un pochetto. Siamo ancora ben distanti dal display arrotolabile (anche se, a dire il vero, alcuni prototipi sono già apparsi) ma penso ci si arriverà. Al di là delle potenzialità estetiche la cosa interessante, e utile, degli schermi flessibili è la portabilità.

Sì, proprio la portabilità unita alle grandi dimensioni. Provate a entrare in un qualsiasi centro commerciale e troverete immediatamente smartphone e tablet in due reparti separati. Eppure le funzioni degli uni e degli altri sono grosso modo le stesse, cambiano le dimensioni ma la sostanza è quella: telefonare, navigare, giochi e video. Ora provate a immaginare un qualcosa grande come un braccialetto in grado di ingrandirsi quando dobbiamo legger un SMS o fare una telefonata. Già questo è interessante, ma vi dirò ancora di più: e se si estendesse ancora quando stiamo navigando, fino alle dimensioni di un tablet? Allora sì che avremo tutto in uno.

PicoProiettore

Immagine di uno smartphone con un proiettore integrato

Lo so, non vi ho detto di estendere il display del vostro smartphone fino alle dimensioni di un televisore. Ma c’è una ragione ben precisa: non c’e ne sarà bisogno, potremo utilizzare il nostro smartphone per proiettare un film (o una presentazione, o le foto, fate un po’ voi) su una parete di casa.

Fino a qualche anno fa un impianto di proiezione costava moltissimo. Oggi i prezzi si sono abbassati e le dimensioni ridotte non poco. Ho avuto modo di vedere dei picoproiettori, ovvero dei proiettori tascabili, grandi quanto un cellulare. La definizione, la luminosità e la durata della batteria non sono ancora il massimo ma, penso, nel giro di poco tempo questa tecnologia si evolverà molto. Anche perché già adesso è possibile avere un PicoProiettore pagando circa 100 euro e qualche produttore di smartphone ci sta veramente facendo un pensiero.

Controllo vocale

Immagine di onde audio per aprire il paragrafo sul controllo vocale degli smartphone

Ma l’anno che verrà non sarà quello della Realtà Virtuale e nemmeno quello dei PicoProiettori. No, tutto fa presagire uno sviluppo concentrato sulle applicazioni a controllo vocale. Apple ha presentato Siri (che in Italiano funziona abbastanza male), Google è sulla stessa strada e molte software house stanno lavorandoci sopra. Non è però una cosa semplice. Il difficile è ottener un’intelligenza artificiale in grado di interpretare il nostro modo di parlare quotidiano. Chiunque ci riuscirà farà una marea di soldi, per questo molti sono adesso alla ricerca di una soluzione. E io aspetto con ansia quel momento.

Ologrammi

Immagine di uno smartphone che proietta un ologramma

Come aspetto con ansia la realizzazione dei primi smartphone con schermo olografico. Un primo prototipo è stato presentato al Mobile World Congress dello scorso febbraio ma penso ci vorrà ancora qualche anno prima della sua realizzazione. Attenti, però, io sto parlando di schermi olografici veri, non di quelli 3D già in commercio. Le potenzialità della prima opzione, quella alla “Star Wars” per capirci, sono veramente grandi. Al di là della spettacolarità del poter vedere un concerto, un video, un film, come se fossimo immersi nell’azione, la cosa più importante è l’integrazione tra noi e lo smartphone. Come il touchscreen ha cambiato il nostro modo di usare uno schermo e un computer sarà così anche per l’introduzione degli ologrammi (e del controllo vocale). Anche se, lo devo ammettere, non riesco ancora a immaginare come (e continuo a pensare alle immagini di Minority Report): solo il tempo ci dirà quello che sarà.

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